lunedì 25 marzo 2019

Le librerie indipendenti, un'intervista.

Mi capita spesso di entrare in una grande libreria e curiosare tra gli scaffali, sfogliare diversi libri per ragazzi, leggere i titoli e la prefazione, osservare la copertina… ma quando poi chiedo consiglio al commesso della Mondadori (più confuso di me), esco dalla libreria delusa, senza aver scelto il mio libro.

E allora mi viene in mente la piccola libreria sul corso di Grottaferrata, dove il libraio proprietario sa sempre cosa suggerirmi. E quando esco da lì sono contenta di aver scelto il mio libro, senza mai pentirmene. Infatti quando ci rivolgiamo alla libreria del nostro paese abbiamo molti vantaggi:

1) Il librario conosce i nostri gusti e ci sa consigliare.                                   

2) Abbiamo la libreria vicino casa, senza andare nei centri commerciali, e quindi senza affrontare traffico e smog.

3) Se la libreria di paese chiude, siamo costretti ad andare sempre nei centri commerciali. Verranno poi aperti altri centri commerciali togliendo spazi e soldi che potrebbero essere usati in modo diverso.

Il problema è che oggi aprire una libreria indipendente è molto rischioso perché i guadagni sono bassi, l’assortimento è basso per mancanza di spazio, e poi c’è la concorrenza delle grandi catene (Mondadori, Feltrinelli…) e di Amazon che applicano sconti che la piccola libreria non può permettersi.

In questi giorni sono andata a conoscere meglio il libraio Francesco Calamari per scoprire qualcosa di più sulla sua attività.

Come è nata l’idea di aprire una libreria indipendente a Grottaferrata?
Dopo aver lavorato per anni all’interno di una libreria a Roma, ho deciso di aprire una libreria tutta mia perché nel territorio dei castelli romani non ce ne sono molte.

Da chi è formata la tua clientela? E quali sono i suoi gusti?
In percentuale leggono di più gli adulti. Tra i giovani leggono di più le ragazze. Il 60% dei clienti viene già con una richiesta precisa (preferendo libri di autori conosciuti e di grandi case editrici), mentre il 40% si fa consigliare e io propongo anche l’editoria indipendente di qualità a prescindere dal nome. I clienti privilegiano la narrativa (contemporanea o classica) o la saggistica (politica, attualità e psicologia).

L’attività di una libreria indipendente è rischiosa?
È naturalmente rischiosa, perché i libri si acquistano in conto assoluto (a parte qualche eccezione)* e se rimangono invenduti la libreria chiude. Inoltre aprire una libreria comporta un investimento iniziale molto alto (basti pensare che il minimo quantitativo necessario per aprire una libreria è di almeno 6.000 titoli, ad un costo medio di 13€). Il mercato editoriale negli ultimi anni è abbastanza in crisi, tranne il settore dei bambini e dei ragazzi che cresce ogni anno.

Quali eventi organizza la libreria per avvicinare le persone alla lettura?
Organizzo molti eventi: presentazioni con autori e relatori, cicli di lettura, visite guidate con la scuola, progetti istituzionali per favorire la lettura nelle scuole, laboratori per bambini.


Ora che abbiamo conosciuto meglio la libreria Adeia, consiglio a tutti di comprare libri nelle librerie indipendenti, anziché nelle grandi librerie (dove il commesso vende libri come se vendesse merendine) o, peggio ancora, su Amazon, che fa grandi sconti e ti porta il libro direttamente a casa, ma non ti fa vivere le stesse emozioni che vivi in una libreria, perché ti toglie il gusto di sfogliare le pagine, annusarle, toccare la copertina, e toglie l’entusiasmo di scegliere il tuo libro tra tanti.  

*"in conto assoluto" significa che la proprietà del volume si trasferisce dal produttore al venditore; se il libro non viene venduto, il rischio è tutto del libraio. 
Nota della redazione

Arianna Contestabile, 1 C 

Nessun commento:

Posta un commento