A partire da dicembre, si era formato un piccolo gruppo di
attori e attrici (tra cui anche io), che hanno dato vita, con la collaborazione
entusiastica della Professoressa Petrucci, a una rappresentazione commemorativa
della Giornata della Memoria, che è andato in scena il 29 gennaio in esclusiva
per le classi terze.
Con la premessa che il tutto è stato messo in piedi con
poco tempo e persino la regia generale è stata montata la mattina stessa, è
stato davvero bello da rappresentare e toccante da guardare.
L’idea generale
era abbastanza semplice: un insieme ben amalgamato di poesie e interventi che
“immergevano” lo spettatore in quella che è stata una tragedia umana senza
precedenti che ha fatto 6 milioni di vittime innocenti solo fra gli ebrei.
La professoressa
Petrucci aveva strutturato la sequenza dei brani in un grande “imbuto”:
Dalla
notte dei cristalli, allo sterminio e alla soluzione finale, fino alla
liberazione, che però resta velata di malinconia date le famiglie che cercavano
i parenti superstiti che nella maggior parte dei casi, non trovarono.
Il tempo
ci è stato avverso fin da subito, ma alla fine è venuto fuori uno spettacolo di
tutto rispetto. Siamo stati ben cinque ore giù a teatro: fra trucco, capelli,
vestiti, e prove dell’ingresso è servita un’ora buona. L’entrata è stato uno
dei pezzi di maggiore effetto.
Immaginate: buio, lanterne accese e, alla
fievole luce delle candele, i nostri volti stanchi.
La sistemazione generale
era disposta su due file di gente seduta senza coprire nessuno, o come diciamo
noi teatranti “senza impallarci”. Grande effetto hanno fatto anche i costumi e
il trucco; avevamo tutti un completo grigio, con maglia e calzoni stracciati e
cenciosi, e in faccia eravamo pallidi e con certe occhiaie da fare invidia.
Solo quattro di noi erano vestiti diversamente: due erano narratori (Marcello e
Leonardo), un altro rappresentava l’ufficiale tedesco Göeth e
successivamente avrebbe interpretato Oskar Schindler (Matteo) e infine una ragazza deportata già defunta.
Modestamente, tra i deportati quella
ridotta peggio ero io: avevo del trucco molto pesante che simulava del fango in
viso e la mia tuta era poco più che un ammasso deforme di macchie marroni e
stracci ricuciti alla bell’e meglio, che secondo i miei compagni di classe
erano molto realistici. Rappresentavo un intervento sullo stupro di gruppo dai
parte dei nazisti nei campi e una bellissima poesia di Primo Levi chiamata
Shemà. Anche le parti prese dal celeberrimo film Schindler’s List erano molto
forti; per non parlare poi della triade di ragazze che recitava delle cronache
prese dai racconti di una sopravvissuta.
Ho raccolto qui sotto dei commenti dei
miei compagni che hanno assistito alla rappresentazione:
- Attori molto bravi e il messaggio era chiaro ed è arrivato in modo eccellente. Ha suscitato, forti emozioni facendomi commuovere più volte. Costumi e musica azzeccati e suggestivo il complesso perché “trascina” dentro la storia.
- Spettacolo realistico, interessante e commovente. Ottima la scelta dei testi.
- Bello e intenso, emozionante. Video su Anne Frank molto toccante. Complimenti.
- Interessante e realistico. Buona la scenografia; ingresso in scena interessante.
- Bello, emozionante; fa riflettere sulla Shoah. Cenni storici ben amalgamati col resto.
Anche dai professori lo
spettacolo è stato molto apprezzato.
Sinceramente, lo rifarei mille volte ancora e
sono concordi la maggior parte dei miei colleghi. La prof mi è parsa molto
soddisfatta e fiera di noi, nonostante avesse qualche capello bianco in più dal
troppo sbraitare.
Secondo me, l’importanza della memoria è fondamentale per far
sì che simili oscenità non colpiscano mai più il nostro mondo, e per non
lasciare mai estinguere tutto ciò che suscita la parola Shoah in noi: rispetto,
tristezza, vergogna, rabbia e soprattutto consapevolezza.
Prendo per
concludere, un estratto del monologo finale di Schindler’s list che è stato
recitato il 29 gennaio e che mi è rimasto molto impresso…
“La resa incondizionata della
Germania è stata appena annunciata. A mezzanotte, la guerra finirà
ufficialmente. […] Cercherete notizie dei sopravvissuti delle vostre famiglie.
Nella maggior parte dei casi, non li troverete. Le vittime avranno il cordoglio
di tutto il mondo. Potrò restare con voi fino a cinque minuti dopo la
mezzanotte, allo scadere dei quali dovrò fuggire. A mezzanotte, voi sarete
liberi, e io braccato. Perché sono un ufficiale tedesco. Io sono un criminale”.
Benedetta Bulgarini, 3 E
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