lunedì 8 aprile 2019

La Giornata della Memoria 2019, esperienza di un'attrice.

A partire da dicembre, si era formato un piccolo gruppo di attori e attrici (tra cui anche io), che hanno dato vita, con la collaborazione entusiastica della Professoressa Petrucci, a una rappresentazione commemorativa della Giornata della Memoria, che è andato in scena il 29 gennaio in esclusiva per le classi terze. 
Con la premessa che il tutto è stato messo in piedi con poco tempo e persino la regia generale è stata montata la mattina stessa, è stato davvero bello da rappresentare e toccante da guardare. 

L’idea generale era abbastanza semplice: un insieme ben amalgamato di poesie e interventi che “immergevano” lo spettatore in quella che è stata una tragedia umana senza precedenti che ha fatto 6 milioni di vittime innocenti solo fra gli ebrei. 
La professoressa Petrucci aveva strutturato la sequenza dei brani in un grande “imbuto”: 
Dalla notte dei cristalli, allo sterminio e alla soluzione finale, fino alla liberazione, che però resta velata di malinconia date le famiglie che cercavano i parenti superstiti che nella maggior parte dei casi, non trovarono. 
Il tempo ci è stato avverso fin da subito, ma alla fine è venuto fuori uno spettacolo di tutto rispetto. Siamo stati ben cinque ore giù a teatro: fra trucco, capelli, vestiti, e prove dell’ingresso è servita un’ora buona. L’entrata è stato uno dei pezzi di maggiore effetto. 


Immaginate: buio, lanterne accese e, alla fievole luce delle candele, i nostri volti stanchi. 
La sistemazione generale era disposta su due file di gente seduta senza coprire nessuno, o come diciamo noi teatranti “senza impallarci”. Grande effetto hanno fatto anche i costumi e il trucco; avevamo tutti un completo grigio, con maglia e calzoni stracciati e cenciosi, e in faccia eravamo pallidi e con certe occhiaie da fare invidia. Solo quattro di noi erano vestiti diversamente: due erano narratori (Marcello e Leonardo), un altro rappresentava l’ufficiale tedesco Göeth e successivamente avrebbe interpretato Oskar Schindler (Matteo) e infine una ragazza deportata già defunta. 

Modestamente, tra i deportati quella ridotta peggio ero io: avevo del trucco molto pesante che simulava del fango in viso e la mia tuta era poco più che un ammasso deforme di macchie marroni e stracci ricuciti alla bell’e meglio, che secondo i miei compagni di classe erano molto realistici. Rappresentavo un intervento sullo stupro di gruppo dai parte dei nazisti nei campi e una bellissima poesia di Primo Levi chiamata Shemà. Anche le parti prese dal celeberrimo film Schindler’s List erano molto forti; per non parlare poi della triade di ragazze che recitava delle cronache prese dai racconti di una sopravvissuta. 

Ho raccolto qui sotto dei commenti dei miei compagni che hanno assistito alla rappresentazione:
  •        Attori molto bravi e il messaggio era chiaro ed è arrivato in modo eccellente. Ha suscitato, forti emozioni facendomi commuovere più volte. Costumi e musica azzeccati e suggestivo il complesso perché “trascina” dentro la storia.
  •      Spettacolo realistico, interessante e commovente. Ottima la scelta dei testi.
  •        Bello e intenso, emozionante. Video su Anne Frank molto toccante. Complimenti.
  •        Interessante e realistico. Buona la scenografia; ingresso in scena interessante.
  •        Bello, emozionante; fa riflettere sulla Shoah. Cenni storici ben amalgamati col resto.

Anche dai professori lo spettacolo è stato molto apprezzato. 
Sinceramente, lo rifarei mille volte ancora e sono concordi la maggior parte dei miei colleghi. La prof mi è parsa molto soddisfatta e fiera di noi, nonostante avesse qualche capello bianco in più dal troppo sbraitare
Secondo me, l’importanza della memoria è fondamentale per far sì che simili oscenità non colpiscano mai più il nostro mondo, e per non lasciare mai estinguere tutto ciò che suscita la parola Shoah in noi: rispetto, tristezza, vergogna, rabbia e soprattutto consapevolezza
Prendo per concludere, un estratto del monologo finale di Schindler’s list che è stato recitato il 29 gennaio e che mi è rimasto molto impresso…

“La resa incondizionata della Germania è stata appena annunciata. A mezzanotte, la guerra finirà ufficialmente. […] Cercherete notizie dei sopravvissuti delle vostre famiglie. Nella maggior parte dei casi, non li troverete. Le vittime avranno il cordoglio di tutto il mondo. Potrò restare con voi fino a cinque minuti dopo la mezzanotte, allo scadere dei quali dovrò fuggire. A mezzanotte, voi sarete liberi, e io braccato. Perché sono un ufficiale tedesco. Io sono un criminale”.

Benedetta Bulgarini, 3 E

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