Al giorno d’oggi è presente una quantità incalcolabile di
ragazzi di ogni età che hanno seri problemi con la comprensione della lingua
italiana in tutti i suoi aspetti. I motivi sono tanti.
Molti ragazzi, se leggono, sono
interessati solo a libri di contenuti poco stimolanti, con un linguaggio a dir
poco primitivo e scarno.
La grammatica non si può studiare con svogliatezza, secondo punto, se questa importantissima materia viene studiata, spesso viene dimenticata da subito, perché magari nel privato è abitudine
parlare dialetto e non curare i dettagli linguistici.
Ovviamente si parla di
casi estremi, senza
voler puntare il dito su nessuno in particolare, poiché errare è umano; l’argomento di cui questo articolo tratta
riguarda casi di estrema ignoranza della lingua italiana, come quella che si riscontra
sui muri delle città, imbrattati con le bombolette di vernice spray.
Il problema che affligge i giovani di questa era digitale e li porta lontani dai libri è essere
diventati tutt'uno con i telefoni
cellulari e i vari dispositivi mobili, per non dire dei videogiochi. Questo non vuol dire che siano da
abolire perché prima "si stava meglio", come dicono molte persone provenienti da
un’altra epoca; vuol dire che essere sempre attaccati a telefoni e videogiochi
non va bene!
Ci stanno riducendo al mutismo e all’incapacità di articolare e
stendere un discorso.
Ci stanno facendo perdere la proprietà di
linguaggio, riducendo i nostri vocaboli a mugugni ostrogoti da primate o
accennati monosillabi.
Vero è che i videogiochi non sono solo strumenti di tortura per il
nostro povero organismo, sono anche degli stimolatori di riflesso "occhio –
mano", se usati con parsimonia e tanto giudizio. Non dovrebbero però essere usati fino all’ esaurimento dei nostri
genitori, perché emanano radiazioni estremamente dannose per la nostra mente e
per il nostro corpo. Ne è prova che quando giochiamo per troppe ore e poi
smettiamo, ci sentiamo peggio degli zombie.
Recentemente al
telegiornale si è parlato di lettura, che in Italia riguarda soprattutto la "letteratura
rosa" cioè prediletta in gran parte da lettrici donne. Anche i giovani tra gli undici e i quattordici anni si
danno da fare leggendo un libro al mese circa; purtroppo però la maggior parte si sente obbligata
dalla scuola, con l'uso delle biblioteche di classe. I professori di Lettere in tutta Italia sono sconcertati dalla nostra refrattarietà alla
lettura.
Il Tg ha annunciato anche che la lettura fra i giovani è più frequente
in famiglie con genitori amanti dei libri. Anche se a volte si incontrano casi
in cui la passione per i libri nasce a scuola e continuerà per tutta la vita.
Attualmente
i lettori della mia età sono molto interessati al genere fantasy o alle guide per i videogame. Un genere a mio parere
molto curioso e intrigante è quello dei fumetti e dei manga, ma purtroppo
vengono prodotti sempre meno libri si questo tipo.
Un altro fatto che direi
quasi inconcepibile è che chi legge tanto venga definito “secchione” o peggio "sfigato" nei casi di bullismo. Il problema è che la forma più semplice per
imparare l’italiano è quella pratica, non teorica.
Ciò che è stato appena
scritto non vuol dire che la teoria sia da cestinare: dopo aver appreso
le basi, bisogna applicarle e dopo la pratica verrà l’abitudine e con
l’abitudine anche la padronanza del linguaggio. Questa, fidatevi, porta una
soddisfazione infinita perché è difficile da raggiungere, ma con impegno e
costanza ci possono arrivare tutti.
Cecilia Angelone, 2D
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